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VW Golf GTI 7

L'auto del mese di Marzo è l'ultima arrivata della serie GTI: la Golf 7 GTI Performance pack.

Seppur l’ultima piattaforma MQB del gruppo VAG sia in grado già in configurazione stock di difendersi fra le curve dei più famosi tracciati, l'alto potenziale del 2.0 TSI  ha stuzzicato la nostra voglia di renderla ancora più competitiva nei track day.

Kit handling:

Un primo test dell’estate scorsa sul famosissimo circuito del Nurburgring ha messo in risalto alcuni limiti dell'hardware di serie.

I continui sali e scendi del "Green Hell" hanno evidenziato i limiti dell'assetto stock, portandoci alla scelta di un kit Bilstein B16 PSS10: grazie all’ampia possibilità di regolare l'idraulica in 10 setting differenti, si può scegliere se mantenere lo stesso comfort della vettura stock oppure  entrare in curva con precisione chirurgica in caso di utilizzo in pista.

L'impianto frenante di serie da 340 mm all'anteriore e 310 mm al posteriore con dischi autoventilanti e pinze monopompante, pur restituendo un ottimo feedback al guidatore nell'uso stradale, ha dei grossi limiti se posto sotto stress: il driver è obbligato ad alternare giri veloci con giri di raffreddamento, soprattutto in tracciati tortuosi come il circuito di Franciacorta, che non offre all’impianto un tempo di cooldown adeguato sui rettilinei, oppure nelle staccate da altissima velocità dell’Autodromo di  Monza.

Per un uso misto strada pista i limiti sono stati innalzati con l’adozione di un kit tubi in treccia Hose Technik e sostituendo l’olio freni originale con un fluido sportivo Motul RBF660 ad alto punto di ebollizione.

Kit motore:

Per questa Golf GTI 7 abbiamo previsto l’installazione di un'aspirazione in carbonio APR ed un impianto di scarico completo da 76mm full decat di nostra realizzazione.

Per la mappatura ECU ci siamo affidati ad APR, azienda leader nella riprogrammazione elettronica per auto di brand tedeschi.

Essendo l'auto equipaggiata con cambio manuale a 6 rapporti, come primo step abbiamo optato per una mappatura Stage I Low Boost per non mettere sotto stress la frizione originale.

Durante le prove sul banco è subito emerso il limite dell'intercooler originale, che ha fatto schizzare la temperatura aria aspirata oltre i 50 gradi con conseguente calo delle performance ad alti regimi.

Future works:

Per proseguire nella nostra continua ricerca di ottimizzazione delle performance, i futuri step prevederanno un aggiornamento della frizione con un’unità racing dotata di volano monomassa, in grado di reggere il sostanziale aumento di coppia ottenuto da questo propulsore, l’adozione di un intercooler maggiorato e l'aggiornamento della mappa allo Stage II, oltre naturalmente al passaggio a un set di pastiglie con più alto coefficiente d'attrito rispetto alle originali.

Stay tuned!